GIAMPIERO LOCATELLI TRIO
Giampiero Locatelli, Piano
Gabriele Evangelista, Contrabasso
Enrico Morello, Batteria
IL PROGETTO
In questo progetto il Piano trio (terreno ampiamente battuto) viene, in realtà, concepito come “nucleo operativo” rispetto ad una visione musicale in cui il materiale oscilla tra atto performativo (ovvero improvvisativo) e “compositività” che permea il contenuto dei brani stessi.
Per ciò che concerne l’estrazione culturale da cui deriva la fonte ispiratrice dell’intero progetto, è pressoché impossibile stabilire se si possa trattare di un materiale preminentemente jazzistico (come nel caso di From Afar, From Last Frame), spiccatamente compositivo (ad esempio toward … backward!, Right Away) o fortemente ambiguo (FIzzle, deed slow, whistle), all’interno del quale il feeling, l’interplay e il modo di gestire i soli hanno un carattere decisamente groovy ma il materiale tematico presenta, nella sua brevità, sia sfaccettature melodiche alla Ornette Coleman che tessuti armonici evidentemente improntati su una plasmazione cromatica continua).
Il Disco è stato pubblicato per le edizioni AUAND RECORDS ed è stato recensito, tra i “Dischi del Mese”, sul numero di Aprile 2018 della rivista MUSICA JAZZ.
Ulteriori recensioni: Corriere del Sud – FDS – Fedeltà del Suono – Jazzit – Jazz Espresso (edizioni in inglese e in spagnolo) – Wall Street International
PROGRAMMA
Inspire me, intriso di sonorità bachiane, si pone come ieratico preambolo dell’intero lavoro, in virtù della presenza del lungo pedale di Ab, sul quale e le armonie e la particolare metrica sghemba (quasi totalmente in 19/8), dipanano gli intensi contenuti che ri-esplorano spontaneamente quegli affetti, trasfigurati dalle armonie alterate del ‘900, che hanno attraversato secoli di musica (Des Prez, Monteverdi, Corelli, Bach, Mozart, Beethoven, Schumann, Brahms…).
Fizzle, deed slow, whistle è contraddistinto dalla trasfigurazione di un carattere armonico (F7) che svela sempre più ciò che è intrinsecamente legato ad esso: dal tono decisamente Bluesy dell’esordio alla metamorfosi dell’ostinato centrale, in cui le armonie oscillano tra una chiara definizione e un’ambiguità cromatica non collocabile in alcuna funzione ben precisa.
Path, dai toni narrativi, e From Afar, , definiscono il carattere di circolarità tanto caro a Locatelli. In sostanza rappresentano due differenti tipologie di “incedere” strutturale: i frazionamenti metrici di Path e il continuo disegno melodico discendente di From Afar.
…toward…backward!, il mambo di ispirazione escheriana, è appunto un omaggio alle metamorfosi del pittore olandese (Mauritz Cornelius Escher). Il titolo (verso e inverso) trae origine dal tipo di materiale tematico d’esordio: i grappoli pianistici sghembi, dal punto di vista metrico (rispetto al feeling mambo della sezione ritmica), vengono gradualmente “ammorbiditi” dall’emersione di elementi meno puntuti e sempre più “levigati”. Ovvero: “dal ruvido al liscio e viceversa” Right Away, title track dell’intero lavoro discografico, è una vera e propria sfida alle tipologie standard del piano trio. Nessun riferimento melodico e nessun cambio armonico attraversano l’idea della prima sezione del brano, ma solo figurazioni metriche in continuo divenire, dalle quali traggono origine i caratteri dei soli di contrabbasso e di batteria. Il ponte (seconda sezione) verso la metamorfosi (terzo episodio) fa emergere il ribaltamento metrico (addirittura fin nella più piccola suddivisione) che si ritorcerà nella vecchia metrica a conclusione del solo pianistico.
From the last frame e Like a Gentle Mood, definiscono due tipologie differenti del sound della ballad, il sound della ballad jazz e quello di estrazione più minimale, a tratti intriso di caratteri che traggono spunto dalla musica di Egberto Gismonti.
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