A cura del Direttore Artistico Dr. Antonio Gargano
Il Concorso Nazionale di Esecuzione Musicale ‘Francesco Cilea’ nasce nel 1977 a Firenze nello studio del maestro Pinzauti, che allora era il critico musicale de “La Nazione”, su iniziativa dello stesso Pinzauti, di Antonio Bacchelli (il celebre pianista, grande amico degli Amici della Musica di Palmi, morto tragicamente in un incidente automobilistico una decina di anni fa) e del violinista Cristiano Rossi. Si voleva onorare la memoria di Francesco Cilea e si pensò di avviare un concorso di esecuzione musicale che fosse possibilmente originale. Questo accadeva in un momento di grande fermento a Palmi, perché contemporaneamente veniva fondata l’associazione musicale. Si pensò dunque subito ad un concorso per la musica d’insieme, dato che non ne esisteva alcuno in Italia; poi Rossi, grande amico di Giorgio Zagnoni, che era un flautista di grande successo in quel periodo, pensò anche ad un concorso per flautisti. C’era in quegli anni in Italia una certa attenzione al mondo del flauto: erano i momenti magici di Severino Gazzelloni.
L’idea della musica da camera era completamente inedita, e poi ci consentiva di rivolgerci a musicisti diplomati e a professionisti che volessero percorrere seriamente la carriera concertistica, non a dilettanti o studenti di conservatorio. Senza contare che l’iniziativa della musica da camera è un fatto personale di un gruppo di artisti che già riconoscono una propria personalità nella musica di gruppo, specialmente nel caso di strumentisti che trovano difficoltà a collocarsi come solisti magari per le caratteristiche del proprio strumento musicale.
La prima edizione ebbe come presidente di giuria il maestro Ottavio Ziino, che era direttore dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma ed era stato amico di Francesco Cilea, e da lì siamo andati avanti mantenendo sempre altissimo il livello dei giurati. Per molti di loro, poi, era il primo contatto con la nostra regione: ricordo per esempio il maestro Tito Aprea, un altro grande presidente della nostra giuria, che era stato allievo di Francesco Cilea e che, appena arrivato a Palmi, volle andare sulla tomba del maestro: fu un momento di grande commozione per tutti. Un altro grande musicologo, oltre che persona simpaticissima, è stato il maestro Giovanni Carli Ballola, che portammo in visita a Gerace. Volle visitare la chiesa di San Francesco e da solo si inoltrò nel chiostro; lo trovammo con le lacrime agli occhi. Pensammo che si sentisse poco bene, mentre si era commosso, ci disse, alla vista di un paesaggio che, con quelle colonnine spezzate per terra, i rari fiori che nascevano dalla sabbia, gli sembrava uscito da una stampa di Piranesi. Infine, un altro ricordo è quello del flautista Pier Narciso Masi che, prima di partire per venire a Palmi, andò a salutare il suo amico fiorentino Frangipane, che oltre a essere un concertista, era uno dei più temuti critici musicali italiani. La sua fama era di averne sempre una per tutti. Quando però seppe che Masi sarebbe venuto a Palmi, gli chiese di salutargli il maestro Lojercio, “uno dei pochi compositori di musica contemporanea di cui io abbia stima”. Anche Mencarelli, appena arrivato a Palmi, andò in visita a casa Lojercio, con grande felicità del maestro, ovviamente.
Dopo un periodo di grande movimento di artisti e di idee, il concorso ha anche attraversato, alla metà degli anni ’90, un periodo buio. La crisi è coincisa con il momento in cui la gestione sia amministrativa che economica del concorso è passata dagli Amici della Musica al Comune di Palmi. Ovviamente, la snellezza delle operazioni dell’associazione non poteva corrispondere alla necessità di mandare avanti con regolarità fasi come l’approvazione del bilancio, la delibera etc. All’inizio questo comportò un ritardo nell’emissione dei bandi e la notizia del concorso si diffondeva troppo in ritardo nell’ambiente musicale perché qualcuno avesse il tempo e la possibilità di prepararsi ad una prova d’esame che, tra l’altro, è tra le più dure anche a livello internazionale. Adesso, sotto la spinta di un nuovo approccio al sistema, c’è un rinnovato e deciso interesse del Comune insieme all’entusiasmo di alcuni giovani di Palmi che si sono inseriti nell’organizzazione del concorso, rendendolo senz’altro più efficiente, tant’è che di nuovo quest’anno abbiamo avuto moltissime iscrizioni.
Il programma del concorso per la sezione flauto è stato stilato da Giorgio Zagnoni che ci chiese: volete un concorso al quale partecipino duecento flautisti o un concorso per grandi interpreti? Noi optammo per la seconda scelta, ovviamente!
Tutti i musicisti che hanno vinto il nostro concorso ci hanno lasciato un ricordo indelebile, ognuno di loro ha portato se stesso, la propria emozione, la propria professionalità, il proprio impegno e il proprio sogno in questo concorso. Ma, se dovessi fare un nome, certamente il primo sarebbe quello di Federico Mondelci, il sassofonista che vinse in duo per la musica d’insieme, che, oltre a essere un grandissimo artista, è una persona di una umanità fuori dal comune, un ragazzo meraviglioso con cui il contatto umano è stato bellissimo. Mi viene poi in mente Marco Iorino, che era poco più che un bambino quando vinse il primo premio come flautista: non aveva ancora diciotto anni e già suonava meravigliosamente, ma era così certo che non avrebbe vinto che non si era portato neppure il vestito per il concerto e suonò con una camicia bianca che gli procurammo all’ultimo minuto… O Enzo Caroli, che ha partecipato quattro o cinque volte al concorso finché non l’ha vinto, ed oggi è uno dei nostri giurati! Durante la sua prova finale con il pianoforte era accompagnato da una pianista che non riusciva a seguirlo, fin quando, dopo aver ricominciato a suonare lo stesso brano per tre volte, la poverina se ne scappò piangendo. A quel punto Antonio Bacchelli, che era uno dei giurati, si alzò dal fondo della sala e si offrì di fargli lui da accompagnatore. Fu l’anno in cui Caroli vinse, mentre per la musica da camera vinceva il duo Bisello-Egano, al quale siamo rimasti legatissimi per molte ragioni. La principale, perché Dianella Bisello, pianista padovana, da allora (cioè da oltre vent’anni) è l’accompagnatrice di tutti i flautisti insieme a Paola Franconi, di Firenze, anche lei vincitrice del concorso.
La nostra idea è di far diventare il Cilea una rassegna dei migliori allievi delle maggiori scuole italiane di musica da camera e ci piacerebbe poter dare un premio, cioè una borsa di studio, al complesso che rappresenta meglio un Conservatorio per il solo partecipare al nostro concorso, nell’ambito del quale dovrebbe comunque sottoporsi alle prove eliminatorie. Il concorso diventerebbe così una competizione fra alcuni dei migliori gruppi emergenti italiani. Il nostro obiettivo è di crescere ancora, mantenendo sempre saldo il principio dell’eccellenza, cui non abbiamo rinunciato neppure nei periodi più critici.
dott. Antonio Gargano